Nettuno Scacchi

Associazione Dilettantistica Scacchi Nettuno – Gardolo (TN)

Nell’estate del 2008, grazie al Comune di Condino ed all’organizzazione di Cristina Rigo, abbiamo avuto la possibilità di avere per qualche giorno in Trentino Boris Spassky. In quella occasione, forse non adeguatamente valorizzata al tempo, abbiamo avuto l’occasione di giocare con un “mito”. In ricordo del quarantesimo del match del secolo propongo a tutti coloro che hanno partecipato alla simultanea di pubblicare le loro partite, belle e brutte che siano. Purtroppo non esiste una raccolta delle partite giocate in quanto il formulario era unico, su un bel cartoncino resistente… a fine partita Spassky ha firmato il formulario ed ogni giocatore giustamente se ne è andato portandosi a casa il “prezioso referto”.
Cominciamo con l’allegare alcuni documenti forniti da Claudio Battiston, uno degli otto concorrenti che sono riusciti a strappare la patta.
Un breve commento di Claudio alla sua partita: ovviamente ero molto emozionato (lo si vede anche dallo sbaglio a scrivere alcune mosse); devo ammettere che mi ero un po’ preparato contro il gambetto di re, che come è noto era/è una apertura impiegata spesso da Spassky. Mi ero posto l’obiettivo di giocarmela e magari di perdere con onore, ma dopo l’apertura ritengo che ero messo un po’ meglio del Campione. Potevo andare avanti, ma come si fa quando uno del genere (non uno qualunque!) ti offre patta dicendo ‘Good play’ (non so l’inglese, ma credo volesse dire ‘bel gioco’ o ‘bella partita’)?
Commento di Alexandar Panjkovic: Il momento più interessante della mia partita è stato l’inizio. Il giorno prima ho avuto il privilegio di analizzare la mia partita contro Enrico Grassi, con il grande Spassky, dove ho giocato la difesa Scandinava. Durante la simultanea, quando Spassky mi ha giocato come prima mossa 1.e4 e io ho risposto con d5 (di nuovo difesa Scandinava), lui mi ha regalato un bel sorriso, perché in quel momento si è ricordato la nostra analisi. La partita è finita molto velocemente. Dopo tanti scambi, siamo entrati in un finale, dove lui ha accettato generosamente la mia offerta di patta.
Commento di Luca Zanin: nel 2008 venivo da tanti anni di abbandono dell’attività scacchistica. Posso dire che questa partita, improvvisata nelle vesti di giornalista non agonista, mi ha indotto a riprendere un’antica passione di famiglia. Ho deciso d’amblé di aprire in Caro Kann, ma dopo c3 ne sapevo assai poco e si vede! Ho annotato sul foglio alcuni commenti fatti dal campione passando dalla mia scacchiera. Prima mi disse che la mia diciannovesima mossa era “correct”, poi dopo la mia 16. osservò “almost disaster, but you can still fight!”. Infine – dopo la mia debolissima 21… f6, dichiarò “all’attacco” quando mosse Tbe3 alla 23^, facendo cascare il mio fragilissimo castello.



Intanto quattro righe su Bobby Fischer e Boris Spassky per spiegare ai “giovani” di cosa stiamo parlando…
passano gli anni… quanti degli scacchisti (over 50 :))si sono avvicinati al gioco sull’ala dell’entusiasmo per questo match che ha segnato il momento più alto della popolarità degli scacchi nel mondo… certo eravamo in clima di guerra fredda, il giovane americano Bobby Fischer che, praticamente da solo, sfidava la scuola sovietica schierata dietro al campione in carica Boris Spassky, è stato adottato dai media occidentali come l’eroe in grado di spezzare l’egemonia sovietica che, negli scacchi, voleva dimostrare la superiorità del modello russo rispetto all’occidente… è bastato questo per portare gli scacchi sulle prime pagine dei giornali e per dare loro una notorietà mai avuta prima e più raggiunta in seguito… la vittoria di Fischer è stata letta più in chiave politica che tecnica.
Fischer non si è prestato al ruolo che volevano imporgli di eroe che lotta da solo e vince contro l’impero del male… quanti soldi avrebbe potuto ragranellare in questa veste… si è ritirato dall’agonismo, imbattuto campione del mondo, ha fatto perdere le sue tracce comparendo saltuariamente per manifestare posizioni fortemente critiche sulla politica americana giungendo a sfidare apertamente il proprio paese quando ha accettato il match di rivincita contro Spassky svoltosi nel 1992 a Belgrado nella Iugoslavia di Milosevic allora soggetta ad un embargo ONU. Seguì un mandato di cattura internazionale a cui Fischer sfuggì facendo perdere le sue tracce fino ad essere arrestato in Giappone il 15 luglio del 2003 mentre cercava di prendere un aereo. Il Giappone rifiutò l’estradizione, avrebbe probabilmente messo in forte difficoltà anche gli Stati Uniti. Fischer chiese ed ottenne asilo politico in Islanda dove morì a 64 anni il 18 gennaio 2008.