Un recente articolo di Paolo Maurensig (scrittore appossionato del nobil giuco ed autore di libri come La variante di Lüneburg, L’ultima traversa, L’arcangelo degli scacchi – vita segreta di Paul Morphy) “Il maschilismo (fuori tempo)
dello scacchista” pubblicato sul Corriere della Sera: 27esimaora.corriere.it/articolo/il-maschilismo-fuori-tempo-dello-scacchista/
propone un interessante spunto di riflessione: “le donne non amerebbero gli scacchi perché non sopportano l’idea di stare in silenzio per troppe ore”.
Siete d’accordo?
AGGIORNAMENTO 24 aprile: «Io, unica ragazza del gruppo, lasciai gli scacchi per noia: preferivo vivere» a questo link: http://27esimaora.corriere.it/articolo/io-unica-ragazza-lasciai-gli-scacchi-per-noia-noi-donne-preferiamo-vivere/
La battuta è divertente ma è vero solo in parte secondo me, altrimenti sarebbe come dire che le donne non riescono a riflettere, o farlo troppo a lungo, il che non è vero. Credo anche che in un approccio disinvolto al nobil giuoco potrebbe anche funzionare come idea, non se la donna in questione prende la cosa seriamente, il che, è vero, capita molto di rado nel mondo degli scacchi. È un fatto statistico che le donne siano in numero minore rispetto agli uomini e forse bisognerebbe indagare più seriamente sulle motivazioni che portano le donne a stare lontane dalle 64 caselle…
grazie Nino per il tuo intervento. come vedi anche qui: http://guide.supereva.it/scacchi/interventi/2000/12/20268.shtml la questione è dibattuta da tempo, senza apparente soluzione. attendiamo quindi nuovi commenti…